Una campagna di
Un altro mondo è possibileContattiInserisci il tuo indirizzo email: ti invieremo una nuova password, che potrai cambiare dopo il primo accesso.
Controlla la tua casella email: ti abbiamo inviato un messaggio con la tua nuova password.
Potrai modificarla una volta effettuato il login.
Il tuo contributo servirà a sostenere un progetto ambizioso. Scegli la ricompensa o la somma con cui vuoi sostenerlo e seleziona il metodo di pagamento che preferisci tra quelli disponibili. Ti ricordiamo che il progettista è il responsabile della campagna e dell'adempimento delle promesse fatte ai sostenitori; sarà sua premura informarti circa come verranno gestiti i fondi raccolti, anche se l'obiettivo non sarà stato completamente raggiunto. Le ricompense promesse sono comunque garantite dall’autore.
RiFestival è una rassegna culturale interdisciplinare che si propone di fare rete per mezzo della cultura, portandola di nuovo ad essere uno strumento politico di lettura, analisi e trasformazione del mondo. È uno spazio di incontro tra mondi che sembrano non voler più comunicare, un luogo dove accademici, professionisti, studenti e semplici interessati hanno la possibilità di dialogare e arricchirsi vicendevolmente riguardo i grandi temi della contemporaneità.
RiFestival e Festival dell’antropologia sono ideati e organizzati da Un altro mondo è possibile APS, circolo Arci dal 2018, e sono promossi dall’associazione studentesca, riconosciuta dall’Università di Bologna, Rete degli Universitari. Rifestival, concepito inizialmente come progetto senza altre ambizioni se non quella della divulgazione accademica fuori dalle mura universitarie, punta ad essere una casa per chi sente la necessità di informarsi, partecipare, organizzarsi e lottare per un altro mondo possibile.
Il circolo culturale Uamèp è stato costituito attorno al progetto RiFestival e, in effetti, non è altro che il risultato dello sforzo organizzativo di decine di giovani testardamente convinti di poter costruire un mondo nuovo, diverso, migliore.
Le manifestazioni culturali organizzate dal circolo sono a ingresso libero e gratuito, in nome di un’idea di cultura di carattere universale – di tutti, per tutti – che ci ha motivati sin dall’inizio nell’intraprendere questo percorso. Per mantenerci liberi da vincoli di ogni genere puntiamo quindi a finanziare i nostri progetti principalmente attraverso il crowdfunding, l’autofinanziamento e le collaborazioni con realtà del territorio.
Perché crediamo che il sistema accademico sia troppo preoccupato a riprodurre sé stesso e il sistema che a sua volta l’ha prodotto, correndo il rischio di non accorgersi di ciò che accade al suo esterno, rischiando di stagnare nell’autoreferenzialità.
Le enormi potenzialità delle analisi, delle riflessioni, delle idee che nascono nella ricerca umanistica e all’interno dei percorsi universitari spesso non hanno la forza di imporsi in un dibattito pubblico frenetico, in costante mutamento e asservito alle logiche divoratrici dei nuovi media.
Abbiamo voluto dimostrare che è possibile realizzare un festival culturale che punta a diventare di massa in modo diverso, per fornire chiaramente la prospettiva secondo la quale il mondo che conosciamo sia ingiusto e, quindi, che il contributo della cultura al dibattito pubblico debba essere necessariamente di stampo politico, finalizzato alla trasformazione dell’esistente per la costruzione di un futuro più giusto.
Purtroppo, mettere in piedi un progetto culturale che ambisce a diventare di massa non è né semplice né gratis.
Bisogna pagare i fornitori, comprare le telecamere e microfoni, le mascherine e il gel per i volontari, sponsorizzazioni e pubblicità, rimborso per gli ospiti, rinnovare il sito internet.
Crediamo che ci sia bisogno di ripensare gli spazi pubblici dove si produce pensiero critico, anche fuori dai soliti meccanismi di finanziamento grazie ai quali esistono i numerosi festival culturali del nostro paese. Perché la cultura, per avere una funzione di trasformazione della società, deve essere plurale, e mai monolitica.
Ormai da molti anni cerchiamo di affiancareai classici meccanismi di finanziamento, dei progetti di autofinanziamento e collaborazione con le realtà del territorio emiliano-romagnolo. Nonostante questo, una delle nostre entrate principali consiste ancora nelle donazioni.
Sono le donazioni che permettono a RiFestival e al Festival dell'antropologia di rimanere quei punti di riferimento culturale, dentro e fuori il panorama Bolognese.
Finora siamo sempre riusciti a sopravvivere, ma non possiamo dare niente per scontato. Quest'anno come gli altri anni, senza donazioni RiFestival potrebbe essere costretto a fermarsi.
Rifestival si svolgerà nella zona universitaria di Bologna il 20, 21, 22, 23 maggio 2021 (vedi disclaimer).
Come sapete bene lo scorso anno abbiamo dovuto rinunciare alla realizzazione dell’evento. Purtroppo infatti la situazione epidemiologica non ci avrebbe di garantire la sicurezza a partecipanti e ospiti, di conseguenza abbiamo dolorosamente, ma responsabilmente, deciso di non realizzare il festival. Di lì a poco, saremmo entrati in lockdown nazionale.
Non volevamo però disperdere le esperienze, elaborazioni, riflessioni e momenti che avevamo pensato di mettere in piedi lo scorso anno. Abbiamo quindi deciso di riprendere in mano quel filo conduttore.
Il tema di Rifestival e del Festival dell'antropologia 2021 sarà RESISTENZE.
Ai quattro angoli del globo, milioni di persone hanno urlato negli ultimi anni il loro dissenso e la loro rabbia, hanno mostrato i disagi causati dalle disuguaglianze, criticando inevitabilmente i limiti del sistema economico e mettendo in luce le conseguenze di una comunicazione superficiale e una cultura carica d’odio. Tutte sono nate a causa di esigenze diverse e necessità locali, come risposte attive alle ingiustizie. In seguito si sono infiammate e ampliate con richieste e rivendicazioni sociali che hanno risuonato a livello globale, permettendoci – di nuovo – di immaginare un altro mondo possibile.
Con loro ci chiediamo – vi chiediamo – di fare uno sforzo.
Lo sforzo di rendersi conto insieme di non essere destinati a mantenere e difendere una situazione statica, ma di poter compiere un atto di rivoluzione che coinvolga identità plurali e momenti di aggregazione collettivi.
Un atto di resistenza.
Per questo il tema del Festival di quest’anno sarà Resistenze. Per noi resistere non è qualcosa di passivo, ma un’azione politica, una scelta consapevole, posizionata e co-costruita.
Non vogliamo così negare la presenza di un nemico, ma affermarci contro di esso con i nostri valori e le nostre pratiche: uguaglianza, inclusività, intersezionalità, la lotta per i diritti sociali e civili, la partecipazione, la difesa dei beni comuni.
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) costituiscono una serie di 17 obiettivi concordati dall'Organizzazione delle Nazioni Unite.
Parità di genere: raggiungere la parità di genere attraverso l'emancipazione delle donne e delle ragazze.
Ridurre le diseguaglianze: ridurre le disuguaglianze all'interno e tra i paesi;
Pace e giustizia: promuovere lo sviluppo sostenibile.
Commenti (10)