Una campagna di
Assemblea Natzionale SardaContattiInserisci il tuo indirizzo email: ti invieremo una nuova password, che potrai cambiare dopo il primo accesso.
Controlla la tua casella email: ti abbiamo inviato un messaggio con la tua nuova password.
Potrai modificarla una volta effettuato il login.
Scegli la somma con cui vuoi sostenere il progetto e il sistema di pagamento che preferisci tra quelli disponibili. L’autore del progetto riceverà subito la tua donazione.
UN PATRIMONIO DA PRESERVARE
Il lussurgese Don Michele Obino fu un rivoluzionario, consigliere e fedele compagno di Giovanni Maria Angioy. Dopo le vicende di cui fu protagonista negli anni della Sarda Rivolutzione fu processato con l'accusa di essere fomentatore dei tumulti a Sassari, e per aver fatto circolare libri rivoluzionari. Costretto alla macchia nelle foreste del Montiferru, Obino, come molti altri rivoluzionari sardi, dovette alla fine fuggire in Francia. Si rifugiò a Parigi, dove visse gli ultimi anni della sua vita e dove morì da esule nel 1839.
Dal 2023 Assemblea Natzionale Sarda ha inserito tra i suoi appuntamenti annuali l’evento a Parigi per visitare la tomba in cui è sepolto Don Michele Obino. Assemblea Natzionale Sarda, insieme ad Adriana Valenti Sabouret e alla collaborazione di Corona de Logu, ogni anno deposita un mazzo di fiori come omaggio, per riportare l’attenzione su un personaggio e su un luogo che ogni sardo cosciente della storia del suo popolo dovrebbe conoscere.
ADRIANA VALENTI SABOURET
Se oggi ci è nota l’ubicazione di questa tomba è grazie alla passione e alle ricerche della studiosa Adriana Valenti Sabouret, studiosa siciliana residente a Parigi e amante della Sardegna. In seguito alla lettura di “Une simple formalité” di Giuseppe Masala, Adriana scopre la Sarda Rivoluzione e ne rimane affascinata. Il fatto che Angioy fosse morto esule a Parigi non fa che accrescere il suo interesse. Comincia, quindi, a cercarne le tracce negli archivi parigini, nei cimiteri, nelle chiese, e da allora non ha più smesso ma, al contrario, ha esteso le sue ricerche a tutti i rivoluzionari esuli sardi a Parigi, fra i quali Michele Obino.
LA SCOPERTA DELLA TOMBA
Adriana scopre la tomba di Obino cercando quella di Giovanni Maria Angioy. A questo scopo, si è recata spesso al cimitero parigino del Père-Lachaise dove alcuni storici avevano scritto riposasse l’Alter Nos. Dopo anni di ricerche, Adriana è quasi certa che Angioy non sia mai stato sepolto in questo cimitero, sia per la lontananza geografica dal luogo in cui abitava e morì, sia perché Angioy non risulta nei registri cimiteriali del suddetto cimitero, né nei libri d’epoca che repertoriavano i nomi dei sepolti.
Recandosi spesso al cimitero per interrogare gli archivi tramite gli addetti alla conservatoria, e condividento i risultati delle sue ricerche su Facebook, un giorno le è arrivata la proposta del sociologo e scrittore Nicolò Migheli di estendere le ricerche al sacerdote lussurgese Michele Obino, amico e seguace di Angioy. È così che fra testi antichi, mappe d’epoca, registri cimiteriali e visite in loco e in conservatoria, scopre non senza difficoltà la tomba del rivoluzionario Obino.
LE CONDIZIONI DELLA TOMBA
Oggi la tomba – pur non essendo più abbandonata da quando Adriana si è manifestata – versa comunque in una condizione particolarmente sensibile essendo quasi totalmente invasa dalla vegetazione: edera, altre piantine spontanee ma soprattutto un albero di lilla che è nato e cresciuto nel bel mezzo della sepoltura.
Il Conservatore del Cimitero del Père-Lachaise, Monsieur Benoît Gallot, a cui Adriana si è rivolta, conferma che Michele Obino è l’unico defunto a riposare in quella tomba, che non è stato mai esumatoe riposa ancora là da quando vi fu sepolto nel gennaio del 1839.
Si tratta di un fatto importantissimo perché ciò è accaduto malgrado la Città di Parigi, che dopo aver constatato lo stato di abbandono della tomba, e non conoscendo gli eredi di Obino, ha ritirato la concessione con un provvedimento amministrativo del 9 marzo 1988. Per fortuna però, esisteuna legge che vieta di rimuovere la flora cimiteriale.
È stato, quindi, proprio quell’albero di lilla a danneggiare e al contempo, salvare la tomba; se non ci fosse stato Obino sarebbe stato riesumato, i resti sarebbero oggi conservati all’ossario del Père-Lachaise e la concessione sarebbe stata rivenduta.
La concessione funeraria è registrata a nome di Michele Obino, e a occuparsi delle pratiche burocratiche fu il suo esecutore testamentario, Monsieur Constant Prevost (1787-1856), un illustre geologo francese, genero del celebre notaio Jean-Baptiste Target, con cui Obino lavorò e strinse una bellissima e sincera amicizia.
Nel suo testamento, Obino scrive: “Nomino per mio esecutore testamentario il mio diletto amico Mons. Constant Prevost, e lo incarico specialmente di fare le mie esequie funebri con la maggior semplicità e la più stretta economia”. È interessante notare che, alla sua morte, Monsieur Prevost fu sepolto a pochi passi dal suo caro amico.
COSA POSSIAMO FARE INSIEME?
Adriana Valenti Sabouret, non essendo erede di Michele Obino, ci ha raccontato di non poter fare più di quanto abbia già fatto per proteggere e ottenere una pulitura e una manutenzione della tomba.
Gli eredi, invece, potrebbero ancora oggi far valere i propri diritti al fine di procedere ai lavori e di annullare il provvedimento di ripresa da parte della Città di Parigi, del 9 marzo 1988.
È per questo che ANS si mette a loro disposizione con il lancio di questo crowdfunding destinato esclusivamente al recupero e alla successiva manutenzione della tomba. Il primo intervento utile sarebbe la ripulitura della lapide per far riemergere il nome di don Obino, la sua data di morte e un’eventuale epigrafe. Questa, per lo meno, è la speranza.
Adriana, da parte sua, si dichiara disponibile a seguire i lavori, sentendo da vicino la responsabilità della sepoltura da lei ritrovata. Gli eredi di Obino non avrebbero quindi la necessità di viaggiare per seguire i lavori, delegando ad Adriana la cura di farlo.
Aiutaci anche tu a restituire la giusta dignità ad un personaggio fondamentale per la storia del popolo sardo. Dona!
Commenti (1)